Sotto la Polvere
Un Viaggio nel Tempo dei Luoghi Abbandonati e Dimenticati
Vogliamo raccontarvi un’Italia diversa, dimenticata, vogliamo portarvi con noi, nel nostro continuo viaggio nel tempo, a spasso tra i borghi, le antiche ville e i palazzi nobiliari, le colonie, i castelli, i manicomi, le scuole e gli ospedali, gli alberghi, le casette misteriose e piene di segreti, nascoste nei boschi, nelle campagne isolate, protette dagli alberi, dall’edera e dai rovi. Sono i luoghi abbandonati, di cui nessuno ormai ha più cura e interesse e dei quali spesso non vi è più memoria, ma che conservano storie meravigliose da raccontare.
Questi luoghi ci chiamano, le loro storie desiderano essere ascoltate un’ultima volta, continuare ad esistere. Noi vogliamo dar voce a quei luoghi di cui nessuno parla più, narrare le loro storie sepolte sotto la polvere…
Se proviamo a pensare a un elemento che accomuna i luoghi dell’abbandono e ne rappresenta in qualche modo l’essenza, la sintesi, il nesso, ci viene in mente la polvere. La polvere è l’elemento che sovrasta e ricopre ogni cosa, che nasconde, depositandosi con delicatezza, granello dopo granello, negli spazi e sulle superfici. È un qualcosa che il tempo accumula, evanescente ed eterea, quasi inconsistente, che in qualsiasi momento può essere spazzata o soffiata via, riportando alla luce ciò che sotto vi è celato, un oggetto, una lettera, un libro, un decoro, un segreto rimasto nascosto per un tempo indefinito. Ma la polvere è anche un simbolo profondo, è un elemento presente in tutto l’universo, emblema al tempo stesso della creazione e della disgregazione. Se pensiamo che il cemento, la calce, non sono altro che polvere, possiamo asserire che ogni costruzione nasce dalla polvere, ed esattamente come noi mortali, è destinata a tornare alla polvere.
“Esistono nelle città, nei paesi, nelle campagne, “rovine semplici”… Cascine abbandonate, un muro senza aperture, uno spiazzo solitario con una fabbrica dismessa, una vecchia ciminiera diroccata, una strada che non finisce, chiese, mausolei, tumuli lasciati al loro destino, attraversati dal tempo. Luoghi che apparentemente non dicono nulla di più della loro solitudine e del loro abbandono e in cui il motivo delle loro condizioni non si legge più tra le pieghe dell’architettura. Le ferite, se mai ci sono state, non mostrano la loro origine.
Troviamo queste rovine dappertutto nel mondo, sparse tra le nuove costruzioni, o isolate e lontane. Quello che colpisce è la tranquillità, la pacatezza. Non servono più a nulla, non possono essere sfruttate, manipolate. Possono solo essere cancellate da una ruspa. Questa fragilità è la loro forza. Ci affascinano perché ci somigliano. Somigliano al nostro essere caduchi, alla nostra mortalità, alla sete dei nostri attimi di felicità”.
Roberto Peregalli
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Presentazione del Sito
Siamo emersi dalla polvere! Presentazione del sito
“…Ci piace soffermarci nei luoghi, infilare le mani nella polvere, rovistare tra i ricordi, ricostruire una storia da narrare… Questo è lo spirito con cui lo facciamo, non ci interessano le competizioni, non si vince niente. Lo facciamo affinché questa pratica non perda di credibilità e non sia mai vista come una pratica distruttiva, ma al contrario, affinché possa rappresentare una pratica volta alla scoperta e alla rivalorizzazione dei patrimoni artistici e culturali che si nascondono ovunque nel mondo intorno a noi.”
LUOGHI ESPLORATI
“We will not cease from exploration
and the end of all our exploring will be to arrive
where we started and know the place for the first time.”
Chi Siamo
QUALCOSA SU ALEX
Sono un viaggiatore, amo la pittura e trascorrere il tempo libero in mezzo alla natura, ho un legame molto forte con il bosco e con gli alberi. Collaboro con la rivista trimestrale Italians do it Better, per la quale curo una rubrica dal titolo #forgottendays, i giorni dimenticati, nella quale a ogni uscita pubblico un foto-racconto su un luogo abbandonato da me esplorato, cercando di svelare anche qualcosa di me stesso, della mia personalità e delle mie emozioni. Mi piace catturare immagini, con una ricerca quasi ossessiva per i dettagli, cerco di immortalare quei particolari che solitamente alle persone normali sfuggono. Ricerco emozioni forti in tutto ciò che mi circonda e sento la necessità di fotografare quello che vedo, non mi definisco un fotografo, semplicemente amo trasmettere le mie emozioni agli altri, attraverso le immagini che catturo. Da bambino ero affascinato dai film horror degli anni ’70, una passione per l’horror che dura tutt’oggi che ha sviluppato in me un’attrazione per il macabro, il gotico, le atmosfere cupe e per tutto ciò che è nascosto e misterioso. Questa mia passione mi ha portato un giorno alla mia prima esplorazione, un noto manicomio abbandonato della mia regione, luogo caro a molti esploratori. Il clima tetro, gli scenari lugubri di quel luogo dove un tempo regnavano la malattia e la sofferenza, innescarono per la prima volta in me l’esigenza di immortalare l’esperienza che stavo vivendo e di voler trasmettere agli altri le sensazioni che stavo provando. Da qui sono nate le mie passioni per l’esplorazione, la fotografia e la ricerca dell’insolito, che mi hanno portato nel tempo ad essere protagonista di alcune esposizioni fotografiche.
QUALCOSA SU SIMONE
Sono un grafico orientato verso l’editoria e appassionato di fotografia, ciclismo, cucina, elettronica, cinema, viaggi. Collaboro con vari autori ed editori e curo il progetto grafico della rivista Ceramica e Arti Decorative del ‘900. Amo il trekking, stare nella natura e tenermi in forma: vado in bici, pratico yoga e calisthenics. Da sempre sono affascinato da tutto ciò che è misterioso e nascosto, fin da bambino ho un’indole da esploratore; uno dei ricordi più belli ed emozionanti della mia infanzia è legato ai miei genitori i quali mi portavano a visitare un’enorme villa vicino casa dei nonni, che al tempo era abbandonata. Ricordo con chiarezza le sue cantine, le sue stanze buie, i mobili pieni di libri impolverati, l’emozione che provavo quando scavalcavo la finestra e mi avventuravo al suo interno. Da allora ricerco lo stesso brivido, le stesse sensazioni che puntualmente ritrovo, immutate e immutabili, soltanto in questi luoghi. La calma, il silenzio, il tempo che sembra non scorrere, la ricerca dell’avventura, l’adrenalina. Per me l’esplorazione urbana è quasi un’esperienza spirituale che inizia ancor prima di partire, da uno studio, da un indizio, da una ricerca preliminare di un luogo che poi andremo a esplorare. Mi piace documentarmi sui posti che esploro, effettuare ricerche, ricostruire le loro storie, cercare informazioni. Spesso succede che una serie di coincidenze mi portino al luogo, sento una connessione, un legame con queste vecchie dimore, dico sempre che sono loro a trovare me, come se mi chiamassero per raccontarmi le loro storie…
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